La fabbrica è infilata al di sotto del suolo vegetale, si infiltra pudicamente sotto la terra esistente, è un progetto letteralmente verde, solleva il territorio circostante innalzandolo, lo solleva senza farlo scomparire portandolo a manifesto.
Siamo alle porte di un Comune, in un luogo di transizione tra una città e l’altra, tra due province, nel punto di abbrivio di una vallata tra i colli di Calenzano e la Calvana di Prato.
È soprattutto un progetto che nasce da una nuova concezione del lavorare contemporaneo, immerso nel verde con le mura organiche, di terra pressata, (in pisé, come i sani bastioni di una città senza tempo) e con spazi in grado di restituire quella dignità formale ad uno dei contenuti principali dell’esistenza umana qual è il lavoro artigiano, quel mestiere di qualità che ci ha resi grandi nel mondo.
The factory is nestled beneath the vegetated soil, discreetly infiltrating under the existing land. It is a literally ‘green’ project, elevating the surrounding terrain without making it disappear, bringing it into prominence.
We are on the edge of a municipality, in a transitional area between two cities, between two provinces, at the confluence of a valley between the hills of Calenzano and the Calvana of Prato.
Above all, it is a project born from a new conception of contemporary work, immersed in greenery with organic walls made of rammed earth (pisé, like the solid bastions of a timeless city), and with spaces capable of restoring the formal dignity to one of the essential aspects of human existence: artisanal labor, the quality craft that has made us renowned worldwide.
Progettista:
Arch.Leonardo Mannini, Arch. Francesca Brogioni, Arch. Chiara Livi, Arch. Leonardo Scali
Modellazione e rendering:
Do Ut Design